sabato 12 gennaio 2013

Complotto ? No ce lo avevano pure detto, ma politica e informazione dove erano ?

Rudiger Dornbusch
economista del MIT, Foreign Affairs 1996:

“La critica più seria all’Unione monetaria è che, abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio, trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi (…) Diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia”.
“Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata , si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira”.

Bettino Craxi
intervista del 1997:

“Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, ma per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo e nella peggiore un inferno. Bisogna riflettere su ciò che si sta facendo: la cosa più ragionevole sarebbe stato richiedere e anzi pretendere, essendo noi un grande paese, la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”.

Martin Feldstein
professore ad Harvard, Foreign Affairs,1997:

“Invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un aumento dei conflitti all’interno dell’Europa”.
“Una caratteristica particolarmente critica dell’Unione monetaria europea è che non c’è alcun modo legittimo per i paesi membri di ritirarsi: l’esperienza americana durante la Guerra di secessione del Sud fornisce alcune lezioni sui pericoli di un trattato che non offre via d’uscita. Le aspirazioni francesi all’uguaglianza e quelle tedesche all’egemonia non sono compatibili: gli effetti economici avversi di una moneta unica controbilancerebbero abbondantemente qualsiasi guadagno che si otterrebbe dalla facilitazione del commercio”.

Dominick Salvatore
economista della Fordham University di New York, American economic review, 1997:

“Muovere verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come mettere il carro davanti ai buoi. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’Unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale e l’atteggiamento della Bce, che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri”.

Paul Krugman
professore a Princeton, premio Nobel per l’economia, Fortune, 1998:

“L’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania, per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro”.

Padoa Schioppa
La costruzione europea é una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. L'Europa non nasce da un movimento democratico. Essa si crea seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato.
tommaso padoa-schioppa.estratto da un articolo intitolato “gli insegnamenti dell’avventura europea”, apparso sulla rivista francese “commentaire” n. 87, autunno 1999.Economista e politico,ha fatto parte delle più alte istituzioni finanziarie italiane (banca d’italia) ed europee (commissione e bce).Convinto europeista, ha fatto parte del comitato delors che ha disegnato la strada per la creazione della moneta unica.Poi ministro dell’economia e delle finanze nel governo prodi ii e dirigente del fondo monetario internazionale.

http://www.pmcouteaux.org/cabris/cabris2.html

Romano prodi
"Sono sicuro che l'euro obblighera ad introdurre una nuova serie di strumenti di politica economica (riforme liberiste n.d.r.) . E 'politicamente impossibile proporli ora. Ma un giorno ci sarà una crisi e nuovi strumenti saranno creati.

Romano Prodi, EU Comm. Pres. Financial Times, 4 Dec 2001

Helmut Koll
le parole dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl , colui che si adoperò con tutte le sue forze affinché l’Italia entrasse nella prima tranche dell’euro, non prima di aver esplicitamente richiesto al governo italiano una politica di massiccia deindustrializzazione e privatizzazioni. Egli,nel 1996 affermò: “un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”.

http://icebergfinanza.finanza.com/2012/02/29/germania-grazie-di-tutto-quello-che-fai-per-noi/

Jacques Attalì
CONSIGLIERE DI MITTERRAND E UNO DEI PADRI FONDATORI DELL'EURO:

"Era evidente, e tutti coloro che hanno partecipato a questa storia lo sanno, quando abbiamo fatto l'euro, sapevamo che sarebbe scomparso entro 10 anni senza un federalismo buggettario. Vale a dire con eurobond, ma anche con una tassa europea, e il controllo del deficit. Noi lo sapevamo. Perché la storia lo dimostra. Perché non c'è nessuna zona monetaria che sopravviva senza un governo federale ... Tutti sapevamo che questa crisi sarebbe arrivata."

http://www.youtube.com/watch?v=OK169nietfk&feature=player_embedded

«Abbiamo minuziosamente "dimenticato" di includere l'articolo per uscire da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno...o meglio ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne ... sia impossibile. Abbiamo attentamente "dimenticato" di scrivere l'articolo che permetta di uscirne. Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un'ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti.

http://www.youtube.com/watch?v=jXBLvGuNVuU&feature=player_embedded

"Ma cosa credeva la plebaglia europea ? che la moneta unica fosse stata fatta per la sua felicità ?"Conversazione con Jacques Attalì riportata da Alain Parguez, Professore emerito dell' università di Besancon ed ex consigliere di Mitterrand - non smentita - non sottoposta a querela.

Mario Monti
Federico Rampini"Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l'impopolarità dei sacrifici?"
Risposta di Monti: "Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l'onere dell'impopolarità ESSENDO PIU' LONTANE, PIU' AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po' per volta ha reso grigia e poi nera l'immagine dell'Europa presso i cittadini.La minaccia esterna di oggi si chiama concorrenza. Questo è un fattore potente di spinta per l'integrazione, anche se l'Europa reagisce troppo lentamente a questa minaccia.Un altro fenomeno che viene percepito come minaccia esterna, e che sta spingendo l'Europa verso una maggiore integrazione, è la minaccia
immigrazione.QUINDI LE PAURE SONO STATE ALL'ORIGINE DELL'INTEGRAZIONE, LE PAURE HANNO CAMBIATO NATURA, PERO' RIMANGONO TRA I MOTORI DELL'INTEGRAZIONE".

Sull'indipendenza della banca centrale (fu Monti il relatore del rapporto sull'indipendenza della Banca d'Italia sulla cui base Andreatta decise il divorzio!!):
"Il rapporto fra democrazia e Banca Centrale è come un deposito che la politica fa in un luogo di lunga durata a cui affida in custodia valori che ritiene importanti.La stessa politica sa che questi valori saranno meglio tutelati, se affidati a qualcuno che può permetterselo trovandosi AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE".
Giornalista: "Quali sono gli interventi prioritari perché il Mezzogiorno non resti ai margini dell'Europa?". Risposta di Monti: "La flessibilità, nel senso di mercati meno sclerotizzati. In particolare, un mercato del lavoro che consenta alle retribuzioni di essere PIU BASSE rispetto alle aree maggiori sono i livelli di produttività e il costo della vita".
Citazioni tratte dal libro/intervista Intervista sull'Italia in Europa, 1998

Fabien Postel Vinay
"Professore, lei deve capire perchè esiste il sistema europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la gente. Vogliamo creare una nuova tipologia di "europeo", un Nuovo Ordine sociale, una popolazione disposta ad accettare la sofferenza, la povertà e salari inferiori a quelli cinesi".

Fabien Postel Vinay, responsabile del Ministero delle Finanze francesi, conversazione riportata da Alain Parguez professore emerito dell' università di Besancon ed ex consigliere di Mitterrand - non smentita - non sottoposta a querela.

Francois Perroux
Economista francese filonazzista, il padre riconosciuto della moneta unica europea.

"Bisogna riportare lo Stato a strumento che impone le leggi di mercato e quindi bisogna sottrargli anche qualsiasi tipo di controllo sull'emissione monetaria. Grazie a questo progetto che si realizzerà nel futuro, lo Stato democratico scomparirà, il potere sarà interamente detenuto da un direttorio di saggi e di tecnocrati senza alcun controllo da parte del popolo. In questo modo creeranno la società ideale, ovvero quella voluta da Dio. Le risorse saranno concentrate nella mani di quelle elites che sapranno imporre POVERTA' DI MASSA a tutta l'Europa. Questo progetto porterà a un crollo sociale, ma questo è lo scopo: fare in modo che la popolazione non viva più con false speranze e con questi falsi diritti. Una moneta unica per l' Europa toglierà agli stati il potere monetario, è questa una condizione essenziale per distruggerli, senza la capacità di emettere moneta lo stato perde la sua ragion d' essere."

Articolo dal titolo "La moneta nell'economia europea organizzata" comparso sulla Rivista dell'Ordine Economico appoggiata dal regime di Vichy in Francia, dicembre 1943.

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