Quando Keynes (1936) e Tobin (1972) proposero, rispettivamente, un’imposta sulle transazioni finanziarie e un’imposta sulle transazioni valutarie, il loro scopo prioritario era quello di fissare un’aliquota sufficientemente elevata in modo da scoraggiare le transazioni. Il proposito principale, infatti, non era quello di ricavare gettito dagli scambi di titoli o di valuta. Al contrario, l’intento era di scoraggiare quegli scambi. In particolare, Keynes mirava a render costose le transazioni al fine di ridimensionare il ruolo della Borsa. Tobin puntava a rendere onerosi i movimenti internazionali di capitale in modo da ripristinare almeno in parte la sovranità dei singoli paesi sulla politica monetaria.
L’imposta di cui si parla oggi, invece, viene concepita con un’aliquota bassa, che cioè non scoraggi le transazioni. Il motivo è semplice: si vuole ottenere gettito fiscale dagli scambi, per cui questi non devono essere disincentivati. Apparentemente, tirare fuori un po’ di soldi dagli operatori finanziari sembra una mossa giusta e radicale, degna della tassa talvolta ribattezzata “Robin Hood”. Ma la verità è che, in tal modo, la vecchia e oggettivamente interessante proposta dei due maestri del pensiero economico viene ridotta alla stregua di un piccolo pedaggio: si dice infatti agli operatori finanziari che essi sono assolutamente liberi di scorazzare sulle autostrade dei mercati internazionali, purché ad ogni passaggio paghino un modestissimo obolo…
Naturalmente, l’adozione di una imposta sulle transazioni finanziarie potrebbe comunque esser salutata con favore, se non altro perché magari, in seguito, lo strumento potrebbe essere riorientato sui suoi veri obiettivi originari.
E’ chiaro però che considerare questa imposta – specialmente la sua attuale versione – come una “panacea” è semplicemente ridicolo. La polemica corrente intorno alla “imposta pedaggio autostradale” è dunque in gran parte fatta di fumo, e ci distrae soltanto dai problemi urgenti che incombono sulle nostre teste.
Emiliano Brancaccio*
* estensore della proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di una imposta sulle transazioni valutarie, avanzata dalla associazione ATTAC e depositata in Parlamento nel 2002 con 180.000 firme di sostegno.
http://www.emilianobrancaccio.it/
Area de-eurizzata per un' analisi critica sulla situazione economico politica italiana. Questo blog è chiaramente orientato, l'uscita dall' unione monetaria è condizione essenziale affinchè l'economia e la società italiana ripartano da più solide basi democratiche. In questo senso ci proponiamo di offrirvi una panoramica di contributi che non compaiono sui media mainstream ma che portino autorevoli e documentati argomenti a favore dello sganciamento dell' Italia dall' €uro.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Post più popolari
-
C’è un timore diffuso che una eventuale uscita dall’euro dell’Italia, con il ritorno ad una valuta nazionale, sarebbe una catastrofe, perché...
-
Nella vergogna generale della politica italiana, ci sono persone che pensano ancora all' Italia, se questo è bieco vetero nazionalismo...
-
Se qualcuno avesse ancora bisogno di evidenze che l' Euro è un progetto eminentemente politico, che non ha nessun fondamento economico, ...
-
E' l'ora della mobilitazione, l' informazione non è più sufficiente, ora si tratta di unire le migliori forze del paese, quelle ...
-
Edoardo Bongiorno era titolare dello storico hotel Oriente (ANSA) - LIPARI (MESSINA), 2 APR - Uno dei piu' noti operatori turistic...
-
Dalla situazione politica all'ordine pubblico, fino ad Alba Dorata: intervista al cronista arrestato per aver pubblicato sul suo giorn...
-
A soffrire di più sarebbero le banche dei Paesi che sono esposti in misura maggiore verso gli istituti sloveni. L'Italia in prima line...
-
Jakob Augstein, columnist progressista di spicco, su Der Spiegel commenta la crisi del debito cipriota alla sua maniera: il desiderio di ege...
-
La candidatura ( e l' elezione ndr) di Giorgio Napolitano, 87 anni, alla presidenza della Repubblica certifica il comatoso delirio d...
Nessun commento:
Posta un commento