venerdì 29 marzo 2013

Alberto Bagnai - La spesa pubblica (a futura memoria)

Nel post di oggi pubblicato su Goofynomics si evidenzia il livello di spesa pubblica italiano comparato con altri paesi dell' area Euro, sia la spesa primaria (depurata degli interessi) sia quella aggregata.
Dai dati del database AMECO risulta non solo che siamo nella media europea, ma che, tolte le spese per interessi siamo sotto la media.

Ma il dato più interessante che risulta da questo post è che sono i paesi definiti "virtuosi" ad avere i livelli di spesa pubblica maggiore, mentre i PIIGS sono agli ultimi posti.
Allora volete cominciare a farvi delle domande ? Perchè si continua a scaricare la colpa del fallimento dei mercati privati sui bilanci degli stati ? Perchè si tacciano paesi virtuosi, dal punto di vista dei bilanci pubblici, come maiali spendaccioni e spreconi ? 

La risposta è dentro di voi ed è quella giusta, come ripete spesso l' autore del post: perchè i bilanci pubblici stanno fungendo da capri espiatori, non solo in quanto visibili, riconoscibili ed invisi alla popolazione, ma anche perchè attraverso questi si fa pagare al cittadino quello che è stato bruciato da istituzioni finanziarie private attraverso salvataggi bancari, fondo salvastati (salvabanche) meccanismi di sostegno dei redditi ( cassa integrazione in deroga).
Infine perchè questa crociata antistatale porterà, come costantemente da trent' anni a questa parte ad un massiccio travaso di risorse dai bilanci pubblici e quindi dall' economia reale all' economia finanziaria, mediante la privatizzazione di servizi che oggi diamo per scontati.

Tutto il denaro che consegnate ad assicurazioni sanitarie, fondi studi per l' università del ragazzo, pensioni integrative etc etc ( perchè questo è il nostro destino se non facciamo qualcosa) è denaro sottratto a voi, alla vostra disponibilità e quindi all' economia reale e consegnato ad istituzioni finanziarie private ( fondi, assicurazioni ) che utilizzano quello stesso denaro per operazioni finanziarie speculative che non creano ricchezza per la popolazione.

Oggi assistiamo al tentativo di spoliazione degli stati da parte del capitale finanziario parassitario che nulla da all' economia reale, alle imprese, ai salaraiati, stipendiati, ai negozianti, agli artigiani, anzi proprio come un parassita, succhia risorse finanziarie all' economia reale, a noi, al popolo......ma leggiamo il post:

(dato che stasera sembra mi tocchi incontrare Oscar "statoladro" Giannino, sempre che non se la faccia sotto all'ultimo momento - ma in effetti dopo la storia del master non ha più molto da perdere - volevo postare qui per voi i dati sulla spesa pubblica italiana in confronto con quella degli altri paesi dell'Eurozona. Ne avevamo già parlato al bar dello Sport - l'ambiente adatto per i gianninizzeri - ma forse ora è il caso di parlarne utilizzando i dati del database AMECO. Alcune precisazioni:

1) Il confronto considera l'Eurozona a 12 paesi. Se volete, Cipro o l'Islanda metteteceli voi;

2) Il confronto utilizza i rapporti al Pil utilizzati nella procedura di sorveglianza dei deficit eccessivi. Per ovvi motivi, questo mi sembra il dato più importante e significativo.

3) Il confronto considera due intervalli temporali: 1999-2007, perché è il periodo di preparazione della crisi; 1999-2012 perché coincide con la nostra appartenenza all'Eurozona.

4) Il confronto considera tre definizioni di spesa pubblica: (a) quella totale; (b) quella corrente (esclusi gli investimenti); (c) quella corrente primaria (esclusi anche gli interessi). Sono i tre concetti di spesa più significativi e più ricorrenti nel dibattito).

Seguono i dati, che mi pare si commentino da soli...).







(Per quelli che "io pe' li grafici nun ce so' portato, faccio una breve sintesi. Non è vero che l'Italia abbia una spesa pubblica abnorme rispetto agli altri paesi dell'Eurozona. Il suo livello di spesa totale e corrente è allineato alla media dell'Eurozona ed è superato da quello di paesi "virtuosi" come Francia, Finlandia, Austria e Belgio. La crisi non ha cambiato particolarmente le cose. Notate però che nel periodo di preparazione della crisi l'Italia è stata marginalmente superata anche dalla Germania in termini di spesa corrente - e il perché lo sappiamo: per finanziare le riforme del mercato del lavoro slealmente portate a termine dalla Germania violando il trattato di Maastricht e l'obbligo di coordinamento delle politiche sul mercato del lavoro. Notate infine che se scorporiamo la spesa per interessi, l'Italia passa dalla quinta alla settima posizione per incidenza della spesa pubblica sul Pil, sotto la media europea e preceduta da tutto il blocco dei paesi virtuosi - e seguita dai paesi "viziosi", che, caso strano, sono però quelli nei quali la spesa pubblica risulta più bassa - rispetto al Pil! Questo ovviamente significa che se l'Italia, riacquistando sovranità monetaria, fosse in grado, come gli Usa o il Regno Unito, di finanziare il proprio debito pubblico a un tasso guidato dalle autorità di politica monetaria, anziché ai tassi usurari praticati dai "mercati", il debito pubblico si sgonfierebbe rapidamente - una simulazione è contenuta nel mio libro sul "Tramonto dell'euro". Significa inoltre che in ogni caso il rischio default pubblico, in caso di uscita, è estremamente remoto, visto che precedenti storici e studi indicano che i tassi di interesse diminuirebbero. E ora sentiamo cosa dice l'amico col master...).

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